Silenzio

La mente iniziò a raccontare le sue storie, ma l’anima disse: ‘non ho tempo di ascoltare adesso.’
Rumi

Un momento di stupore ci rende senza parole, presenti. Riprendendo fiato, emerge in noi uno stato superiore; ‘Il silenzio è l’araldo più perfetto della gioia’, disse Shakespeare, ‘sarei ben poco felice se fossi capace di dire quanto.’ Allo stesso tempo, questa qualità del silenzio rivela gli ingranaggi delle nostre meccaniche interiori. Questa ‘pace che va al di là di tutta la conoscenza’ è una misura. I molti ‘io’ sono rumorosi, e più rumorosi ancora quando si è in immaginazione.

Misurati dal silenzio, i molti ‘io’ sono un costume da buffone, identità temporanee sostenute da abitudini meccaniche. Alla luce del nostro vero Sé, si dimostrano come impostori; pensieri su chi si è, quello che si fa, quello che si dovrebbe fare, quello che gli altri dovrebbero fare. ‘Io’ sul sesso, soldi, possedimenti, salute, status. ‘Io’ sul proprio avanzamento spirituale, o mancanza di esso. ‘Io’ che ci adulano o ci abbassano. In competizione l’uno con l’altro per salire alla nostra attenzione, gli ‘io’ cadono quando il silenzio emerge.

Diventando più svegli, troviamo l’essere silenziosi più naturale che il parlare, ascoltare invece che dire qualcosa. La tecnica originale di scuola del fare voto di silenzio era intesa per dimostrare la natura illusoria degli ‘io’. Alla fine, uno studente in una scuola scopre che il caos degli ‘io’ non ha alcun potere sul silenzio interiore. I molti ‘io’ svaniscono nel silenzio. La presenza si unisce al silenzio dentro di noi.

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